Thegiornalisti in Love al Massimo: il Pop d’autore non è morto

In occasione del decennale e -dulcis in fundo- di un tour completamente sold out, i Thegiornalisti, capitolini doc, il 7 settembre 2019 salgono su un palco da far tremare le gambe, quello del Circo Massimo.

 

Esiste una linea impercettibile, squisitamente labile, che separa la fama dal desiderio di restare se stessi. Una scenografia scarna ma efficace corona i volti visibilmente emozionati del trio dei record, partiti dai locali popolati da dieci persone all’incirca e destinati a qualcosa di più grande.

Forse c’era da aspettarselo, successo preannunciato ormai dai tempi delle hit “Pamplona” e “Riccione“, eppure il pop d’autore di Paradiso & friends non è mai stato il risultato di costrizioni verso la propria vena artistica la quale, con il tempo, ha subito certamente delle evoluzioni, ma mai delle involuzioni a livello qualitativo.

Il primo brano stringe un bel nodo in gola a tutti i fan più affezionati, sale dalla platea un coro totalizzante e avvolgente che canta più o meno così: “Lui chi è? È un altro uomo che è impazzito per te”. Completamente” precede “L’ultimo giorno della terra”, per poi passare ad un altro evergreen della band, ovvero “Senza”, quella ballata energica in nome dell’amore masochistico, quello che, almeno una volta nella vita, si ha la necessità di rincorrere a gran voce.

“Chi l’avrebbe mai detto…” ammette Paradiso dall’alto di un palco inverosimile anche per le sue più rosee aspettative adolescenziali. Infatti chi l’avrebbe mai detto? Eppure quel palco lì ha un qualcosa, un retrogusto di sudore ed anni amari ripagati con gli interessi. Si prosegue dritti con “Love”,”Il mio maglione tuo”, “Una casa al mare”, per poi introdurre “Controllo”: “La prossima canzone riguarda la nostra poetica, il nostro stile di vita in equilibrio tra la salute e lo sfascio”.

I Thegiornalisti, ultimi romantici, richiamano occhi chiusi e desideri espressi con “Tra la strada e le stelle”: non si può restare indifferenti.

 

 

Sale sul palco il primo ospite d’eccezione della serata, Franco126, “una delle penne più promettenti del panorama italiano”, con cui Paradiso intona “Stanza Singola”, grande successo contenuto nel primo album da solista di Franco.

Si prosegue con “Fatto di te” e “Milano Roma”, per poi preannunciare il secondo super ospite, con il quale Paradiso firmò qualche anno fa il suo primo vero successo, reinterpretato dai due per l’occasione. Si tratta di Luca Carboni con “Luca lo stesso”.

Il concerto procede con un brano “storico” della band, “Promiscuità”, per poi annunciare il fedele compagno Dario “Dardust” Faini sempre al fianco della band, ed eseguire un altro dei brani che hanno segnato il successo indiscusso e ormai plateale dei Thegiornalisti, ovvero -con annessi accendini e flash degli iPhone immolati verso il cielo- “Questa stupida canzone d’amore”.

Scorrono rapide “L’ultimo grido della notte”, “Io non esisto”, “Proteggi questo tuo ragazzo” e “Dr House”.

Sul palco spunta un altro membro onorario del team di artisti con cui Paradiso scrive e compone successi ormai da tempo, Calcutta, con cui duetta -come fossero due vecchi amici al bar. Il brano, a mio parere, migliore dei Thegiornalisti che furono, ovvero “Fine dell’estate”: il manifesto del synth pop in perfetto connubio con il dichiarato amore verso gli anni ’80.

 

https://www.noisesymphony.com/2019/02/06/calcutta-palalottomatica-roma-photogallery/

 

Susseguono “Tra la strada e le stelle”, “La luna e la gatta”, e “In the Night” in magico duetto con Elisa.

Il live si conclude con le vere hit, quelle che il pubblico non può non conoscere e soprattutto non può non urlare a pieni polmoni: “Zero stare sereno”, “New York”, “Riccione”, “Maradona y Pelé”, “Felicità Puttana”.

Una menzione necessaria, doverosa e meritata va certamente a Leo Pari alle tastiere e Walter Pandolfi al basso. Senza il loro apporto il tour e i live set non sarebbero stati certamente gli stessi.

Il pop d’autore, il romanticismo, le stelle cadenti, i synth, la fascia in testa da vero guerriero, le persone che si dichiarano all’ombra di una Roma che, la notte del 7 settembre, conosce solo e soltanto un nome scritto a caratteri cubitali: THEGIORNALISTI, LOVE AL MASSIMO.

 

Di Giorgia Groccia – Photo: Francesco Adiutori.

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