Sanremo 2023 Prima serata: almeno Blanco si è divertito.

Sanremo 2023 Prima Serata
Tra prime volte e ritorni sul palco dell’Ariston, tra conferme, sorprese e colpi di scena da fuori onda, è trascorsa la prima serata della rassegna musicale più attesa dell’anno. Riviviamo insieme il debutto di Sanremo 2023 accompagnati dalle note dei primi 14 brani in gara, disponibili da oggi sulle piattaforme digitali.

L’attesissimo Sanremo 2023 si apre sulle note dell’Inno di Mameli cantato da Gianni Morandi, co-conduttore insieme ad Amadeus, alla presenza di Sergio Mattarella, primo Presidente della Repubblica nella storia del Festival a presenziare all’evento direttamente in loco. A seguire Roberto Benigni con il suo trascinante monologo sulla Costituzione Italiana in occasione del suo 75° anniversario. 

L’attore toscano ha poi rivolto un pensiero ai Padri Costituenti: “hanno lasciato l’ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita”. Ed è su queste parole, che suonano come un invito a raccontare anche questa settimana di Festival, che inizia la serata che vedrà alternarsi momenti abbastanza scontati e altri davvero inattesi registrando ascolti da record con più di 10 milioni di telespettatori. Risultato dell’efficace lavoro di Amadeus che ormai è a casa sua e che è anche, finalmente, riuscito ad uscire dal limbo dei profili di coppia.  

Ma Sanremo 2023 è anche già il Festival più commentato di sempre sui Social. Effetto anche della mattata di Blanco che, non riuscendo a sentire la sua voce in cuffia, ha ben pensato di spaccare tutto, cancellando con il suo gesto anche la memorabile esibizione di poco prima con Mahmood della quale non parlerà mai più nessuno. 

Qualcuno ha insinuato fosse tutto preparato. Secondo noi è il retroscena di un sistema che dovrebbe rendere obbligatoria l’educazione civica a scuola. Lui però si è divertito

Sanremo 2023
Blanco distrugge tutto. Photo: Ansa/Ettore Ferrari

 

Ma prima di iniziare a commentare la musica, non è possibile fare a meno di dedicare qualche riga alla presenza che, tra critiche e commenti, ha catalizzato l’attenzione di tutto il pubblico in sala e non. No, non stiamo parlando dei Pooh.

Chiara Ferragni, alla sua prima volta sul palco dell’Ariston sfoggia una serie di outfit-manifesto, pensati per incarnare le battaglie che la stessa imprenditrice da milioni di follower porta avanti ogni giorno a partire dai suoi canali social. 

Messaggio che riprenderà più tardi nel corso della serata con il suo monologo di stampo motivazionale nel quale ha letto una lettera scritta da lei stessa alla piccola Chiara. Messaggio scontato e un po’ forzato? Non vogliamo entrare nel merito delle polemiche a volte associate, in maniera spesso faziosa, al suo nome. Sicuramente il suo messaggio è arrivato forte e chiaro, più che grazie alle parole, attraverso la moda con gli outfit scelti ed indossati in maniera intelligente, arte nella quale è maestra. Questo ci basta.


 
Ma passiamo in rassegna i primi 14 brani protagonisti di una serata musicale che è trascorsa, dal nostro punto di vista, senza infamia e senza lode tra note piatte e picchi facilmente prevedibili.  
 
 

Anna Oxa – “Sali (Canto dall’anima)”: ultimo posto in classifica per l’artista che torna al Festival visibilmente emozionata dopo moltissimi anni. Il brano, scritto da Francesco Bianconi e interpretato dalla Oxa (ma non ancora decriptato dal pubblico) non riesce a brillare per mancanza di memorabilità e immediatezza.

gIANMARIA – “Mostro”: al contrario di quanto sopra, ci pensa il vincitore di X-Factor 2021 a restituire leggerezza alle nostre orecchie. Musicalmente assimilabile a tantissimi altri suoi colleghi, (tanto che anche Amadeus lo chiama Sangiovanni) a 20 anni dimostra comunque la capacità di tenere un palco non proprio facile (ne riparleremo riguardo ad Ariete) e di arrivare al cuore con un brano che resta fin dal primo ascolto. 

 

Mr.Rain – “Supereroi”: ti piace vincere facile! A metà tra Lurch e la versione rehab di Achille Lauro, il suo brano arriva immediatamente anche grazie al coro di bambini sul palco. A questo punto, avrebbe potuto pensare ad un duetto con Cristina D’Avena e il coro dell’Antoniano per la serata del Venerdì. Alla prima colpisce, a mente fredda lo troviamo un po’ scontato. 

Marco Mengoni – “Due vite”: già favorito da chi neanche lo aveva ascoltato in anteprima, con questo brano firmato da Petrella e Simonetta, si tenta di ricalcare il successo di 10 anni fa de “L’essenziale”. Il brano di per sé, a nostro avviso, non ci riesce pienamente, ma ci pensa comunque Mengoni a spiccare per la sua interpretazione convincente. 

 

Ariete – “Mare di guai”: è la situazione in cui si trova lei dopo essere salita sul palco dell’Ariston. Brano scritto con Calcutta in linea con la produzione della giovanissima artista tradita forse dall’emozione. Un alibi che, però, ha sinceramente un po’ stancato. Troverà sicuramente il suo posto in radio ma riguardo alla prima esibizione non ci siamo proprio. 

 

Ultimo – “Alba”: il brano di Ultimo è un brano di Ultimo. L’artista che sembra seguire l’esempio di Ligabue plagiando se stesso, non brilla mai per precisione e tecnica vocale ma questo è anche il suo forte perché riesce a raggiungere il pubblico per la verità che esprime, rischiando un po’ l’effetto Aiello. Il tentativo -diciamolo- è quello di riscattarsi con la Sala Stampa e gli spettatori dalla becera figura del suo ultimo Sanremo nella conferenza del post-podio. Ci riesce in parte ma sa di trito e ritrito.

 

 Coma_Cose – “L’addio”: osannati da Stampa e pubblico, sul palco stanno davvero bene insieme. Un brano intimo ed emozionale. Sarebbe anche più bello se lui azzeccasse qualche nota.

 

Elodie – “Due”: che non è il voto che diamo alla sua esibizione. Brano ben prodotto che, come “Andromeda” esalta la sua vocalità, vestito da un’interpretazione furba e sensuale di lei addobbata di piume. Un’interprete che, dalle lacrime versate ad Amici di Maria è sicuramente cresciuta, soprattutto in termini di consapevolezza. Peccato che tra un tormentone estivo e l’altro, non ci sia ancora ben chiara la sua identità artistica chiaramente a metà tra Dua Lipa e Beyoncé che, a differenza di lei, riempiono stadi. 

Leo Gassmann – “Terzo cuore”: brano scritto da Riccardo Zanotti dei Pinguni Tattici Nucleari che riesce benissimo nell’intento di dare una spolverata al figlio e nipote d’arte. Bravissimo lui, presente a se stesso, divertito e divertente. Canta guardando il pubblico a casa direttamente in faccia. Che sia per lui l’inizio di un percorso musicale finalmente più consistente? 

I Cugini di Campagna – “Lettera 22”: brano firmato da La Rappresentante di lista che trova il modo di arrivare a Sanremo per la quarta volta di fila. Così come Amadeus. I 4 cantano oggettivamente bene ma il pezzo è poco efficace. Almeno su di loro. 

 

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato”: un ritorno che attendevamo. Brano personale e vissuto con un messaggio forte che ha pesato anche sull’interpretazione dello stesso artista. Grignani fa il suo in linea con se stesso. Ma il testo, con un carico emotivo importante, non riesce ad arrivare nella sua totalità.  Almeno nella versione live che risulta un po’ confusa e poco comoda da cantare. 

 

Olly – “Polvere”: kili di autotune ma molto genuino. A nostro avviso, più ispirato nella parte in falsetto. Manca ancora di personalità artistica ma il brano è pronto per funzionare in radio. 

 

Colla Zio – “Non mi va”: tormentone estivo ma lanciato a carnevale. Rischiano, con questo brano, di seguire il successo post sanremese dei Boomdabash. E noi, dunque, di sentirceli fino all’estate. Loro sembrano i Teletubbies, ma ubriachi. 

 

Mara Sattei – “Duemilaminuti”: per fortuna il titolo non anticipa la durata del brano. Scritto da Damiano David che sembra rendere oro tutto ciò che tocca, troviamo sarebbe perfetto per aggiungere originalità sonora al repertorio dei Måneskin. Lo è meno per la Sattei della quale non esalta le doti vocali. Se la cava comunque magistralmente interpretandolo con passione e un pizzico di umiltà. 

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