E’ online La fine dei sospiri, il nuovo video di Assalti Frontali

Assalti Frontali

E’ online La Fine dei Sospiri (Beirut Remix),  il nuovo video di Assalti Frontali girato in Libano da Marcello Saurino, lungo le strade di Beirut, Tripoli del Libano, Al Mina.La fine dei sospiri è il quarto estratto dal nuovo straordinario disco di Assalti Frontali, “Mille Gruppi Avanzano” (Daje Forte daje / Goodfellas), uscito il 25 novembre scorso.  Le scene sono state riprese durante il Laboratorio rap “Hip Hop 4 Peace” che gli Assalti Frontali hanno tenuto a Bab et Tabbaneh, quartiere a 30 km dalla Siria, con i ragazzi libanesi e siriani rifugiati.

La canzone è prodotta da Bonnot (versione originale tratta dal disco “Mille Gruppi Avanzano”). In questo “Beirut Rmx” è arricchita dalla voce di Emad Shuman cantante del gruppo Kabila. L’incontro tra Assalti e Emad è avvenuto a Beirut durante il concerto che la band romana ha tenuto allo Zico House, in quell’occasione Emad salì sul palco a cantare insieme agli Assalti proprio durante La fine dei sospiri ispirato dal ritmo e la melodia del pezzo. Dopo quel concerto è nata l’idea di fare il Rmx insieme.

La fine dei sospiri

A volte la vita sembra una montagna da scalare, tutto appare difficile e impossibile, il mondo segnato da ingiustizie che la fanno da padrone… ma poi basta mettersi all’opera, fare qualcosa di concreto, con le mani, e i sorrisi arrivano, le cose cambiano… la musica può tutto…Il video è girato nel quartiere di Bab et Tabbneh, il quartiere che ci ospitava, ci siamo ritrovati in una zona che sembrava un campo di battaglia, gli edifici crivellati di colpi, le finestre allargate dalle bombe, all’inizio c’era pochissima gente per strada, i segni di vita umana erano le parabole satellitari, i panni stesi, qualche bambino si affacciava e tornava subito dentro casa. La strada principale del quartiere si chiama “Syriastreet” o “Rue du Syrie” ed è la linea del fronte, da una parte la zona sunnita, dall’altra gli alawiti, dietro partiti e movimenti religiosi che si combattono e si arricchiscono sulla pelle di questa gente. Da un po’ di tempo i ragazzi che prima si combattevano e vendevano motorini per comprarsi Kalashnikov, stanno cercando di fare musica insieme, teatro, aprendo locali in comune. Nella retrovia della guerra è tutto un azzardo, stare insieme, ballare, cantare, la direttrice del centro culturale che ci ha invitato ha fatto tanto per conquistare la fiducia delle comunità e non voleva fare passi falsi. Ma poi, dopo tre giorni insieme, dopo il concerto finale, le donne col velo, le mamme dei ragazzi, che prima non potevamo avvicinare per paura di chissà cosa, le abbiamo visto che urlavano dalla gioia, alzavano le mani al cielo, venivano loro ad abbracciarci, a fare selfie, a dirci: «Grazie per aver fatto stare bene i nostri figli, per averli fatti sentire importanti». Grazie a voi di esistere, nuove stelle del Libano. (Militant)

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