Intervista a dile: “Non si può essere felici se non si è mai stati tristi”.

dile quando vedo te

“Quando vedo te” è il nuovo singolo di dile, voce tra le più promettenti del pop attuale che, con i suoi singoli precedenti, ha già collezionato milioni di ascolti sulle piattaforme. Qui l’intervista per Indieffusione.

 

Il nuovo singolo di dile“Quando vedo te”- prodotto da Iacopo “Brail” Sinigaglia, giunge a poca distanza dalla pubblicazione dei singoliMondocane e “Duemilaventi, brani con cui l’artista ha confermato di essere tra i talenti più promettenti del pop cantautorale italiano.

“Quando vedo te” è un brano dal testo malinconico unito a un sound incalzante con la chitarra elettrica ad accompagnare un racconto d’amore fatto di rimpianti e mancanze. Una canzone che si apre sulla strofa “non siamo più niente di speciale”, in cui esplode tutta la nostalgia e la consapevolezza che deriva dalla fine di certi rapporti.

 

L’intervista di Indieffusione a dile: 

 

Ciao Dile, benvenuto! Da poco è uscito il tuo ultimo singolo “Quando vedo te”. Di cosa parla il brano? È un lavoro autobiografico?

Quando vedo te”, purtroppo, è un lavoro completamente autobiografico. Dico “purtroppo” perché è un brano molto sofferto a cui sono davvero tanto legato.
Il brano nasce mentre camminavo verso casa e, guardando il mare, mi è entrato un pensiero assillante in testa: non riuscivo più a guardare quel mare (il posto che mi ha cresciuto) senza pensare a quella persona. Questa assurda consapevolezza mi ha realmente fatto capire come una rottura possa portarti via anche le cose più intime e importanti della tua vita.

Quando affronti quei momenti di malinconia di cui parla il testo come riesci a superarli?

In realtà credo, e mi pesa ammetterlo, che faccio tanto per non superarli mai del tutto. Diciamo che ho una teoria un po’ strana: non si può realmente essere felici se non si è mai stati tristi.
Diciamo che quando sono giù provo a sentire tutto il malessere, ascolto brani tristi, leggo, scrivo, oppure vado al mare, insomma faccio tutte quelle cose che fanno riflettere.

Il pezzo è prodotto da Iacopo Sinigaglia. Come si è svolta la lavorazione in studio del brano e da quali riferimenti siete partiti?

Ci siamo visti in studio che non avevamo idea di come arrangiare questo brano. Avevamo una versione più classica che già suonava molto bene, ma io non ero del tutto convinto. Poi l’idea: togliere il pianoforte come main e inserire una chitarra elettrica distorta fissa in quarti. Da quel momento il brano si è prodotto da solo. Nel testo, oltre alla malinconia, c’è tanta rabbia e l’obiettivo era quello di farlo sentire anche dal sound. Credo sia andata bene…

Cosa ha aggiunto questa collaborazione alla tua musica?

Questa collaborazione, che fortunatamente poi è diventata una bellissima amicizia, ha portato sicuramente tanto coraggio. Sono stato per anni ancorato nella mia comfort-zone dove tutto suona molto classico. Con Iacopo sono riuscito ad esplorare nuovi sound: lui è un produttore a 360 gradi, capace di passare dall’acustico all’elettronico in un lampo. La scommessa era di riuscire a toccare tutti i mondi dando un tocco di freschezza senza però perdere la parte cantautorale.

L’uscita del tuo precedente disco “Rewind” ha superato gli 11 milioni di ascolti. Che effetto ti fa e che rapporto hai con i numeri?

Il mio rapporto con i numeri è strano, ci sono giorni che davvero non mi interessa di quanta gente stia sentendo un mio brano, e altri in cui purtroppo divento più realista. I numeri oggi sono diventati l’unico modo per capire se quello che stai facendo sta entrando nelle vite delle persone o no. Sicuramente leggere il termine “milioni” vicino i miei brani mi spaventa molto perché quando ho iniziato a scrivere le mie prime cose in cameretta non pensavo neanche lontanamente di arrivare a questi risultati.

Per quanto riguarda la musica dal vivo: come ti relazioni ad un pubblico in carne ed ossa che viene ad assistere ad un tuo concerto dopo, magari, aver conosciuto la tua musica grazie allo streaming?

Ho un bellissimo rapporto con i live, vedere persone che cantano i miei brani, che piangono, o che semplicemente mi aspettano solo per farsi una chiacchiera, fa parte di qualcosa molto più grande di me. Solo in quel momento riesco a comprendere la responsabilità che può avere una canzone nella vita di una persona.

Stai lavorando ad un nuovo disco?

Questi singoli stanno costruendo quello che sarà il mio secondo album. Per scaramanzia non parlerò di tempistiche, diciamo che nel 2023 chiuderemo questo secondo cerchio.

 

dile online: InstagramYouTube –  Spotify

 

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