Coez a Roma: un sold out meritato all’Ex Dogana

ex dogana

Venerdì 30 giugno all’Ex Dogana ha avuto luogo il tanto atteso sold out del live romano di Coez, che abbiamo raggiunto al telefono poco tempo fa per un’intervista. Noi c’eravamo e vogliamo svelarvi la setlist e raccontarvi le nostre impressioni.

Clicca qui per leggere la nostra intervista a Coez!

Io non sono un’amante del rap e dell’hip hop, come non sono amante del pop “riempi-palazzetti”. Eppure Coez, un po’ rap e un po’ pop, non posso che amarlo, e non sono l’unica: per questo evento le persone sono state disposte ad accamparsi per ore sopportando il sole e la pioggia.

Sarebbe bello dire che siamo sorpresi di vedere tutta questa gente ma non è così, lo sapevamo” ha detto Coez a inizio concerto. E infatti un sold out così eclatante c’era da aspettarselo, visti i riscontri impressionanti che sta avendo il suo ultimo album “Faccio un casino“.
Silvano Albanese (questo il suo vero nome) agli occhi di chi lo ammira è una persona dall’animo buono, frutto della commistione fra un passato tormentato e una voglia irrefrenabile di migliorare il mondo.
Sembra essere nato per fare questo, conquista i cuori della gente e domina la scena come fosse il suo habitat naturale.

Nel corso della serata si sono alternati diversi ospiti a supportarlo sul palco: Gemitaiz, Gemello, Lucci e Niccolò Contessa.
Il cantautore romano non si è davvero risparmiato nel mostrarsi riconoscente a chi lo segue: “La nostra forza siete solo voi. Quando vado in giro sento la mia musica uscire dalle macchine e non sono le cazzo di radio“.

 

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Il live all’Ex Dogana è stato uno spettacolo memorabile, ma è stato un sold out che mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché quello spazio così grande Coez avrebbe potuto riempirlo già molto tempo fa.
Non voglio fare l’intenditrice di musica, quale non sono, e nemmeno proclamarmi grande fan di Coez, dal momento che, come molti, l’ho scoperto solo con l’uscita di “Niente che non va”, poco più di un anno fa, e a dirla tutta inizialmente è stato un ascolto forzato, quasi imposto da amici.
Ora farei prima a dire che il live romano tanto atteso è stato un susseguirsi di emozioni in crescendo, ma la verità è che, senza togliere meriti a Coez, la differenza compositiva e soprattutto di risposta del pubblico, fra i pezzi di vecchia data e quelli più recenti, io l’ho sentita eccome. E questo vuol dire che alla maggior parte di noi piace il Coez pop, più orecchiabile, più commerciale. Mi ci metto in mezzo perché ci sono cascata anche io, che cantavo solo i pezzi più famosi e a mala pena ricordavo il ritornello degli altri, pur avendoli sentiti qualche volta.

Io con la musica di Silvano ci faccio un po’ a cazzotti, perché è uno di quegli artisti che vorrei criticare e invece ci sono inevitabilmente affezionata. Vorrei dire che non mi piace perché è rap, ma non è rap, che mi infastidisce per come pronuncia le parole, eppure canto le sue canzoni mentre lavo i piatti; vorrei dire che si salvano solo i testi, ma poi mi commuovo ascoltando un suo brano e allora devo accettare la sconfitta. Coez hai vinto tu, sei proprio bravo, mi inchino.

Ma il problema non è il fatto che mi piaccia un artista che viene dal rap; il problema è che mi piace molto di più la sua versione recente, quella più pop, e mi fa arrabbiare che sia stato questo progressivo spostamento di genere a farmelo apprezzare.
Quindi mi chiedo: è proprio necessario “sporcare” la propria musica con il pop commerciale, per riuscire ad avere un minimo di visibilità?
Non è tra le mie facoltà trovare una risposta ad una questione tanto complessa, e allora mi limiterò a ribadire che, al di là di queste considerazioni personali, Coez è un personaggio positivo e di talento, che merita di vendere dischi e fare sold out. Poi che lo faccia per l’hip hop, per la simpatia o per le ballad romantiche, poco importa.

Setlist:

  • Still fenomeno
  • Forever alone
  • Ciao
  • Le luci della città
  • Siamo morti insieme
  • E yo mamma
  • Parquet
  • Lontana da me
  • Delusa da me
  • Hangover
  • Costole rotte
  • Vorrei portarti via
  • Le parole più grandi
  • Testa Uragano
  • Taciturnal
  • Occhiali scuri
  • Instagrammo
  • Faccio un casino
  • La musica non c’è
  • Jet
  • Chiama me
  • Un sorso d’Ipa
  • Ali sporche
  • Mille fogli
  • E invece no
  • Faccio un casino x 3 (con arrangiamenti diversi)

 

(Cover Photo Credits: Gianfranco Schetter)

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