Elisa Costanzo

Elisa Costanzo è una cantautrice, insegnante di canto e vocal coach originaria di Castrovillari (CS).

 

Dopo aver ottenuto il Diploma di Laurea in Didattica della musica presso l’Alma Mater Studiorum (Bologna) e il Diploma di Laurea in Canto Jazz presso il Conservatorio G.B. Martini (Bologna), consegue il Master in Didattica del Canto Moderno presso la Sonus Factory (Roma), ottiene la certificazione Rockschool UK (Grade 8) in Vocals , l’Higher National Certificate in Music Practice e dal 2017 è presente nell’albo docenti formati Voice to Teach®.

Insegna canto moderno presso diverse accademie musicali, svolge seminari sull’anatomia e fisiologia vocale e laboratori di canto corale. Si esibisce da sempre in formazioni multistilistiche, ma la sua carriera da cantautrice inizia ufficialmente nel 2015 quando pubblica il suo primo lavoro discografico autoprodotto con brani di sua composizione dal titolo “La Prospettiva delle cose”.  Nello stesso anno è stata ambasciatrice della musica italiana nella giornata internazionale delle lingue all’Istituto Italiano di Cultura a Lisbona.

 Peculiarità di Elisa Costanzo è l’attenzione che la cantautrice riserva alla voce, che utilizza come un vero e proprio strumento.

Nel 2017 vince il Trofeo Rea, assegnatole dalla giuria tecnica del circuito nazionale Le100 Radio con il brano Impermeabileestratto dal suo primo disco.

Elisa Costanzo ha recentemente ricevuto una menzione speciale per il testo del suo brano “Sulle dune più alte del mondo” al Concorso per autori di Mogol.

L’8 Marzo 2018 esce il suo nuovo singolo dal titolo “Cosa Rimane, prodotto da Francesco Tosoni per Noise Symphony/ distribuzione Pirames International. Nell’estate dello stesso anno, tra i tanti eventi che l’hanno vista protagonista, Elisa calca diversi palchi aprendo i concerti di Roberto Casalino all’Anfiteatro romano di Trebisacce (CS) e di Giò Sada a Sibari (CS).

Il singolo “Cosa rimane”, il primo prodotto per lei da Francesco Tosoni (Silvia Salemi Emilio Stella, Nathalie) per l’etichetta Noise Symphony, è  una riflessione su quello che resta di ogni emozione  vissuta, in un momento storico in cui la comunicazione è filtrata da uno schermo e, a volte, persa tra le “chiacchiere da tastiera”. Un brano attuale, oltre che per la tematica affrontata, anche per il tessuto armonico intriso di sfumature elettroniche, senza rinunciare però ad un’anima più classica tipica della canzone italiana.

“Scrivere canzoni è il mio modo per fermare il tempo, per creare radici di esperienza in un presente che sfugge.” Così Elisa Costanzo descrive il suo modo di fare musica, ed è proprio il presente il tema centrale di “Cosa Rimane”: una riflessione sull’evoluzione della comunicazione che ha cambiato la percezione delle emozioni ed il modo di esprimerle.  “Consapevole però che la bellezza poi rimane”.

 

 

“Onda dopo onda” è il nuovo singolo di Elisa Costanzo disponibile dal 15 febbraio 2019 in radio e su tutte le piattaforme digitali, prodotto da Francesco Tosoni per Noise Symphony Music (distribuzione Pirames International). L’uscita del singolo è accompagnata dal videoclip, oggi su Youtube, dopo l’anteprima esclusiva su Tgcom24.

“Onda dopo onda” è il viaggio della vita. Quello che si affronta portando in spalla solo il proprio bagaglio personale, perché per imbarcare altro, su quella che non si può nemmeno chiamare “barca”, non c’è lo spazio materiale.

Si parla molto di immigrazione nel nostro Paese ultimamente, focalizzando però la discussione sul problema finale: l’arrivo dopo la traversata e la complicazione che questo può generare per il Paese accogliente. Ma in quel tratto di mare più o meno lungo, nel passaggio dalla terra ferma all’altra riva, al di là della politica e del braccio di ferro tra Paesi, c’è un’altra storia da raccontare.

È la storia della vita di qualcuno, una storia che non può lasciare spazio all’esitazione. In questo viaggio non ci si può permettere di cedere alla corrente e lasciarsi affondare, ma è necessario procedere con forza e decisione. C’è solo un’unica occasione per continuare a vivere, un’occasione per sperare di portare con sé i segni del tempo, anche quelli che hanno causato delle ferite profonde, ma che serviranno per tornare a vivere ricordando da dove si è venuti.

 

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