Nothing But Thieves: la scommessa vincente di Broken Machine

Nothing but thieves broken machine

Con il loro secondo album Broken Machine, pubblicato lo scorso 8 settembre, i Nothing But Thieves sono da annoverare tra le band più interessanti dell’ultimo biennio.

 

Britannici dell’Essex, i Nothing But Thieves sono Conor Mason (voce), Joe Langridge-Brown e Dominic Craik (chitarre), Philip Blake (basso) e James Price (batteria). Già nel 2015 con l’album d’esordio, l’omonimo Nothing But Thieves, hanno preso possesso della scena rock scatenando la curiosità degli ascoltatori. Nel luglio 2015 hanno avuto l’opportunità di essere la band di supporto dei Muse al Rock in Roma e grazie a questo evento hanno partecipato ad altri festival europei di grande importanza.

La band si identifica in un sound alternative e stoner prettamente americano, anche se britannici, senza tralasciare quel pizzico di pop che non fa mai male. In questo bel mix di energia la voce di Conor Mason ne fa da protagonista. Una potenza vocale spaventosa ed un’estensione che metterebbero in imbarazzo persino il grande Jeff Buckley, da cui sicuramente il cantante trae ispirazione, senza tralasciare l’altra faccia della medaglia, ovvero la delicatezza del (volgarmente detto) falsetto nei brani più tranquilli, prendendo spunto da Thom Yorke. Broken Machine è stata una scommessa vincente. I Nothing But Thieves si confermano una band che ha stupito fin dall’inizio e con le carte in regola per entrare di diritto nel mainstream rock.

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Di notevole impatto anche la cover art dell’album nelle sue due varianti: una bianca (versione standard) e una nera (versione deluxe), che raffigurano due ragazze diverse con degli intagli sulla pelle riempiti d’oro. Si tratta della cosiddetta tecnica giapponese del Kintsugi che prevede l’uso di un metallo prezioso liquido per riunire le ceramiche rotte cosicché l’oggetto si impreziosisce, risaltandone l’imperfezione. L’album esprime, infatti, il concetto che da una ferita può nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica ed interiore.

Il tutto parte (nella versione deluxe) con I Was Just A Kid, brano che fa capire subito la particolarità della band e di un sound che il signor Josh Homme dei Queen Of The Stone Age approverebbe.

Amsterdam, il primo singolo estratto, ha un arrangiamento davvero notevole ed entra di prepotenza nella mente degli ascoltatori; qui la voce è un treno in corsa ed allo stesso tempo piena di un espressività strabiliante. Il videoclip non è da meno con tanto di corpo di ballo, capannoni dismessi e tinta di capelli fuori moda.

 

L’altro singolo estratto è Sorry, brano più radiofonico di stampo pop, ricco di pad elettronici e chitarre “leggere”.

 

 

Altre canzoni dell’album degne di nota particolare sono I’m Not Made By Design e Reset me. Una menzione speciale va al brano Particles, con un’interpretazione vocale sublime molto vicina a Jeff Buckley ed un energia strumentale elegante e sofisticata. Broken Machine è un album pieno di influenze diverse e con arrangiamenti di classe, davvero stupefacente per essere un lavoro di una band così giovane.

I Nothing but Thieves si esibiranno il 2 dicembre al Circolo Magnolia di Milano, unica data in Italia. Ed è già sold out!

di Antonio “Silent” Matera

 

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