” Murmure” è il nuovo album di Carlot-ta

Un viaggio tra le infinite possibilità sonore di uno strumento analogico, antico e imponente. Un colpo di fulmine. Una sfida. E’ “Murmure” il nuovo album della cantautrice e pianista Carlot-ta, dal 13 aprile nei negozi di dischi per Incipit Records/Egea Music

Interamente composto all’organo a canne, tra contaminazioni elettroniche e sonorità arcaiche, il nuovo  disco di Carlot-ta  è stato registrato tra Italia, Svezia e Danimarca ed è prodotto da PaulEvans, parte del team del Greenhouse Studio di Reykjavik che annovera tra le sue produzioni album di Björk, Sigur Ros, Damon Albarn, Cocorosie e molti altri. L’album è stato anticipato dal video del singolo “Virgin of the noise”, pubblicato in anteprima da Rolling Stone Italia. Ventisette anni e 300 concerti all’attivo, Carlot-ta – al secolo Carlotta Sillano – firma con “Murmure” il suo terzo disco, preceduto da “Songs of Mountain Stream” (2014, anno in cui vince il premio SIAE alla Creatività) e “Make me a Picture of the Sun” (2011, secondo posto al Tenco, Premio Ciampi per la Migliore Opera Prima, Premio MEI Supersound per il miglior disco dell’anno).

“Murmure” è il suono che l’aria produce quando entra nei polmoni. In questo disco è il respiro delle canne d’organo, strumento con cui la pianista entra in contatto nel 2015, quando le è stato proposto un concerto per il festival “A night like this”. E’ stato amore a prima vista. Dieci canzoni originali in inglese e una in francese in cui l’uso personale degli strumenti e della voce ricorda Björk (artista a cui critici e giornalisti l’hanno paragonata), anche se lei sei sente più vicina a Julia Holter, Marissa Nadler o Diamanda Galás (o la ami o la odi, come l’affascinante pianista statunitense). “Murmure” è un disco epico e trionfale, oscuro e immaginifico.

Carlot-ta

I registri dell’organo suonano imponenti come intimi e malinconici, si alternano tra composizioni solenni e impetuose, ballate romantiche, valse musette, danze macabre, motivetti synth-pop. Carlot-ta ci trascina in viaggio tra gli elementi della natura, portandoci sotto la pioggia incessante di “Sparrow” e tra i ghiacci ostili di Glaciers, racconto folk di un amore non corrisposto; ci getta nel mare in tempesta di “To the Lighthouse”, storia di un naufragio e di terre ferme a cui approdare. E’ un percorso che ci trascina in alto, tra le montagne, poi nella Spoon River post-moderna di “Churches”, tra chiese vuote e oscure. Per le registrazioni sono stati utilizzati un organo mesotonico di epoca barocca e un organo romantico, entrambi italiani. Le percussioni, suonate da Paolo Pasqualin e Loris Stefanuto, sono state registrate nello spazio acustico della chiesa. Voci e programmazioni sono state realizzate a Malmö. Il disco è stato mixato al Frostbox Studio di Copenaghen e masterizzato da Tommy Bianchi al White Mastering Studio di Firenze. L’album è realizzato grazie al contributo di SIAE, del MiBACT e di S’Illumina.

 

 

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