“Fuori”: l’impronta di Luca D’Aversa

Luca D'Aversa

“Fuori” (DIY Italia/Sony Music) è l’atteso ritorno sulle scene  del cantautore e produttore romano Luca D’Aversa, a quattro anni di distanza dal disco d’esordio omonimo.

Quando leggo nella sua biografia che l’illuminazione di Luca D’Aversa arriva, musicalmente parlando,  -anche- attraverso un brano della Dave Matthews Band non posso che incuriosirmi al progetto, anche con un orecchio – a dire il vero- un po’ più critico del solito. Mi rendo conto però che il pregiudizio deve essere necessariamente lasciato fuori se si vuole godere in pieno di qualcosa. E’ quel modo di usare la chitarra che colpisce, sul nascere del suo percorso musicale, il cantautore e produttore Luca D’Aversa: non una semplice base di accompagnamento ma vere e proprie linee incisive a dare carattere ai brani. D’Aversa fa suo quel modo di suonare ma lo riporta, in questo nuovo disco, in sonorità più elettriche.

“Bisogna sapere a chi affidarsi” spiega Luca D’Aversa e, infatti, per la produzione artistica di questo  lavoro il cantautore ha scelto di avvalersi della collaborazione di Marta Venturini, già al lavoro -tra gli altri- con Calcutta e Paola TurciIl mix è stato affidato a Daniele Gennaretti. I musicisti sono quelli che lo accompagnano da sempre: Luca Lepore e Giuseppe D’Ortona, più il contributo di Pietro Paroletti.

Luca D'Aversa Fuori

Così nasce “Fuori”.  Il risultato, grazie anche all’uso di un banco Argentini degli anni ’60, è un disco pop dalle sonorità leggere e allo stesso tempo riconoscibili, incentrato sulle chitarre e sui suoni elettrici, spesso alla ricerca di un rock più deciso in brani come “Lasciati sorprendere” che apre l’album, “In superficie” e “Hai visto mai”.

La vocalità di D’Aversa ricorda, a tratti e neanche troppo vagamente, quella di Niccolò Fabi, somiglianza che non pregiudica comunque l’originalità del disco che si coglie ascoltando brani come “Non voglio” e “Solo no”. 

Particolare attenzione è prestata ai testi e alle singole parole che sembrano scelte una per una a costruire l’immagine più grande: “Bisognerebbe prendere e partire di getto Salire sopra un treno, sedersi e osservare il paesaggio E avere tutto il tempo per guardarsi dentro Perché tra te e il mondo c’è un vetro con il tuo riflesso”

Il lavoro sugli arrangiamenti è meticoloso e rende l’album un piacevole e ricco percorso tra brani elettrici e altri più acustici. Lo si deve ascoltare più volte per assaporarne il carattere ma, alla fine, la sua impronta nel nuovo cantautorato italiano la lascia. E come recita lui stesso “Come si può andare avanti veloci, che poi ti perdi i dettagli migliori?”

 

Tracklist

  • 1 Lasciati sorprendere
  • 2 Solo no
  • 3 In superficie
  • 4 Voleranno via
  • 5 Non voglio
  • 6 Hai visto mai
  • 7 Ora
  • 8 Bisognerebbe
  • 9 Le stelle rimbalzano

 

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